Il controllo dei depuratori di acque reflue urbane nel 2020
Anno di pubblicazione: 2021
A cura di: Susanna Cavalieri, con il contributo di Daniela Dinelli - ARPAT - SITA Settore Indirizzo tecnico delle attività
In collaborazione con: SIRA , Settori Laboratori , Dipartimenti , Commissione tematica di lavoro Acque
Pagine: 37
Prezzo: 0 €
Nel 2020 ARPAT ha controllato lo scarico di 171 impianti di depurazione di potenzialità maggiore di 2.000 AE. Il numero di depuratori controllati è minore rispetto agli anni scorsi a causa delle restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19.
Gli impianti presso i quali sono state riscontrate irregolarità, sia amministrative che penali, sono stati 46 (pari al 27% degli impianti controllati). Sono state contestate complessivamente 64 irregolarità di tipo amministrativo e 8 irregolarità penali. Si tratta di superamenti dei limiti normativi di alcuni parametri, generalmente di tab. 3 All. 5 parte III del D.Lgs 152/06, e altre irregolarità dovute al non rispetto di prescrizioni presenti negli atti autorizzativi.
La maggior parte delle irregolarità si riscontra nelle provincia di Lucca e Pistoia. Acque Spa e Gaia Spa sono i gestori con il più alto numero di irregolarità contestate.
Nel 2020 erano attivi in tutti i territori provinciali, ad eccezione di Massa Carrara, i protocolli per i controlli delegati tra dipartimenti ARPAT e Gestori, stipulati tra il 2013 e il 2014, con rari casi di aggiornamento nel 2017. Nel corso del 2020 è stato approvato il nuovo schema di protocollo unificato per tutti i gestori, che è stato sottoscritto nel corso del 2021; contiene innovazioni importanti sopratutto sul fronte della condivisione dei dati e utilizzo di un unico database gestito dal SIRA (Sistema Informativo Regionale Ambientale), il cosiddetto UWW, Urban Waste Water. Tale portale deriva dagli obblighi comunitari dettati dalla normativa europea Direttiva 91/271/CEE relativa agli scarichi, che detta i criteri per il trasferimento di informazioni e dati in comunità europea a cadenza biennale. Alcuni impianti hanno ancora l’iter autorizzativo in essere nella zona del Mugello, altri impianti in regime di esercizio transitorio nel grossetano, nel pisano e nel pistoiese. Il territorio della Provincia di Livorno presenta da anni alcuni casi di riutilizzo industriale delle acque reflue urbane depurate ai sensi del D.M. n.185/03 relativi a impianti di significative dimensioni e casi di riutilizzo a scopo irriguo riguardanti volumi minori di reflui recuperati.
È disponibile anche la versione sfogliabile della pubblicazione (sito Web esterno, si apre in una nuova finestra)